mercoledì 8 agosto 2012

Web-flop

LO CONFESSO: il caso TripAdvisor, e la conseguente sortita della Fipe Toscana, non mi colgono affatto di sorpresa. Adesso non voglio fare il solito saputone, la solita Cassandra, "io l'avevo detto...", però... però è vero. Chi mi conosce me l'ha davvero sentito dire di continuo. Anche nei soliti modi & termini piuttosto... diretti che sono consueti alla mia lungua a... forchettone.
Il web, l'ho detto e lo ripeto, è la rivoluzione epocale, è ormai LO strumento di comunicazione di massa, però... però la "democrazia del web" è ancora un guazzabuglio di trabocchetti e falsità. E per favore, certe cose lasciatele a chi le sa fare. Perché ne ha la conoscenza, l'esperienza, la capacità. Brutta parola: la professionalità. Non ultimo, eccoci costretti a dirlo, l'onestà.

DUNQUE, il caso TripAdvisor. E come quello, sospetto, tanti altri. Alla fine scopri che c'è puzza di bruciato, c'è il sospetto (e magari qualcosa di più, se uno si mette a leggere con attenzione le tante "recensioni anonime" di locali & ristoranti) di gruppi organizzati, perfino studenti pagati per scrivere. Insomma, di informazione falsa. Certo, è semplice: non c'è controllo. Non c'è "tracciabilità". E quindi c'è manipolazione.

TUTTO QUESTO finisce per falsare l'informazione, che dovrebbe essere specchio di realtà. Non capisci più se le cose stanno davvero così, se in quel posto si mangia bene davvero, se in quell'hotel si sta bene o no. A danno di chi lavora sul serio. E faccio un esempio. Viareggio. Il numero 1 su 175 ristoranti, secondo il popolo di TripAdvisor, non è un ristorante stellato, uno dei classici ristoranti da guide. Niente affatto. E' un localino piccino, una stanza, tovaglie a quadretti, 30-35 posti, dove si mangia e si beve (e neanche male...) per 35 euro. Piccolo particolare: ha le prenotazioni CHIUSE GIA' A DUE ANNI (per il fine settimana: un anno e mezzo per i giorni più "morti"). Si chiama Amici del Gusto, e deve la sua fortuna a una formula intelligente: dieci antipasti, pochi primi, pochi secondi, dolcetti fatti in casa sul tagliere, vini di una buona cantina, tanti distillati. Qualità: pesce pescato, in genere pesce "povero", pochi classici branzini di allevamento, niente facili catalane modaiole, ma cucina più pensata.

LE RECENSIONI di TripAdvisor sono tante, ed entusiaste, anche all'estero. Che si deve pensare, che sono un bluff? No di certo: il passaparola ha decretato un successo incredibile. Però la vicenda di attualità rischia di danneggiare chi lavora come gli Amici del Gusto, perché getta discredito sulle parole scritte davvero - a scorrerle, si capisce eccome... - da tanta gente che c'è stata, e ci tornerà volentieri se troverà posto.

MA NON E' TUTTO. Già che ci siamo, facciamo anche un'altra riflessione sulla "democrazia del web". E cioè: apro un blog, ci scrivo quello che voglio, anche solenni cazzate, e trovo qualcuno che mi dice "bravo". Così finisco per orientare l'opinione di tanti, che mi prendono addirittura a "faro". Mi è capitato, qualche volta anche in maniera clamorosa. Pranzo in un locale stellato di Firenze, commentato da un giovane blogger con scempiaggini incredibili, tra cui un vermentino quasi qualunque che diventava un super-vino, manco fosse chablis, servito prima di un gran bel rosso toscano passato per "un rosso" tout court, e commenti strampalati sui piatti. E c'è stato chi, mi auguro solo sull'onda della simpatia, ha applaudito.
Così si creano i mostri della democrazia del web.
Ma i commenti sui piatti e sui vini, commenti intendo dire "tecnici", ecco, quelli lasciateli a chi ne sa. Unicuique suum, dicevano i saggi latini. Perché ci si guadagna tutti. Anche se capisco che stare al proprio posto, nell'era dell'anarchia accelerata, è sempre più difficile.

3 commenti:

  1. Caro Paolo, io sono un recensore di Tripadvisor. Lo faccio solo ed esclusivamente per passione e condivisione, non certo per soldi. Se io sono interessato a un locale, perché voglio andarci a mangiare, faccio un'accurata selezione delle recensioni. Con un po' di occhio critico sai discernere una recensione fasulla da un sano e disinteressato commento. I ristoratori si lamentano su recensioni pessime e negative per poi essere contattati da "sedicenti" webmaster di Tripadvisor per poter risalire in classifica. Hanno tutto il mio sostegno. Questi "recensori" di professione dovrebbero essere perseguiti per legge. Perché i ristoratori e la Fipe non lo fanno? Perché si accaniscono su un portale come Tripadvisor che permette a gente comune di mettersi a tavola o prendere una camera di albergo con soddisfazione? Ti garantisco che molti ristoratori (e non ti puoi immaginare quanti) sono dei "furbetti" e ti propinano cibi al limite del disturbo intestinale. Oppure vai in un albergo e ti sistemano in una topaia, la ristorazione è scadente e ti fanno pagare "sani" quattrini. Questa si chiama frode in commercio. Ed è doveroso rendere pubblico il malservizio. Sai quante class action dovrebbero fare i clienti per questi farabutti? Tripadvisor è utilissimo. Qualora un esercente è scorretto, se lo conosci, lo eviti.
    Germano Fabris

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    1. hai perfettamente ragione, ma ci dovrebbe essere anche un tripadvisor anche x i ristoratori e albergatori, sapessi quante cose ci potrebbe essere da scrivere su i clienti! da mille e una notte
      e poi scusami tripadvisor e' proprio falso, chiunque puo' scrivere di se stesso.
      non si puo' accontentare tutti, cmq la stessa struttura/locale non puo' andare dalle stelle alle stalle!

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    2. Caro Germano, grazie per il tuo commento.
      So benissimo che in tanti locali si mangia da fare schifo, anche se io voglio continuare a credere nel lavoro e nella correttezza: ma ne giro tantissimi per lavoro, e ormai riesco ad annusare la mela marcia alla prima fiutata. E chi froda deve pagare, certo.
      Ma il problema che intendevo sollevare non è questo.
      Il nocciolo della questione riguarda proprio le "recensioni". E qui non posso essere d'accordo con te. Perché questo è il paese in cui TUTTI sono ct della nazionale e allenatori di calcio o super-esperti di cinema, di teatro, di musica, di vino, insomma di tutto, titolati a tranciare giudizi su qualunque cosa. Ma questo non è possibile, non è ammissibile.
      Allora: io non voglio negare a nessuno, per carità, la possibilità di esprimere un parere. La "recensione" però, perdonami, è un'altra cosa. Non esiste che chiunque si permetta di entrare in un locale, assaggiare un piatto e scrivere "non è buono". Non è ammissibile a meno che chi scrive non sia un esperto, uno che sa come si fa quel piatto secondo regole stabilite, che ingredienti si usano, che condimenti etc etc. "Non è buono" è un giudizio che trancia un lavoro, e allora chi lo esprime deve avere titoli per farlo. Oppure si scrive "non mi è piaciuto". Come ripeto, non è ammissibile che una bimbetta qualunque vada u a un pranzo e poi spari sul blog sciocchezze pazzesche su cibi e vini, e venga addirittura incensata. Perché il rischio grosso è quello: generare mostri. Ecco, il giro delle recnsioni su Internet crea questo rischio.
      Come scrive il mio amico Marco Marucelli, professionista esperto, "fa male vedere che un mezzo libero e al tempo stesso penetrante come internet faccia divenire pasticceri dei pasticcioni, giornalisti dei "giornalai" e critici enogastronomici persone la cui formazione è avvenuta sui banchi del famigerato Mc D."
      Ecco, credo che così sia tutto più chiaro.

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